L’emergenza Corona Virus ci ha sensibilizzato una volta di più su una cosa molto importante: lavarsi le mani è efficace per rimuovere i virus e rimane di gran lunga l'opzione raccomandata dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
La cattiva notizia è che le persone trovano abbastanza difficile lavarsi le mani in modo efficace.
Nel 2008, uno studio ha scoperto che il 28 percento dei pendolari in cinque città diverse aveva in mano batteri fecali. Questo è un problema universale che gli operatori sanitari conoscono molto bene. Le persone riferiscono di lavarsi le mani molto più spesso di quanto non facciano realmente, e si lavano meno quando pensano di non essere osservate. Di più: gli interventi per aumentare il lavaggio delle mani spesso mostrano risultati deludenti che potrebbero non essere sostenibili.
Perché non ci laviamo le mani tanto quanto dovremmo?
La scienza comportamentale può aiutare a identificare alcune delle barriere chiave.
Una barriera potrebbe essere la mancanza di consapevolezza sull'efficacia di sapone, acqua e lavaggio. Le persone potrebbero semplicemente non rendersi conto di quanto il lavarsi le mani possa prevenire la diffusione di malattie infettive.
Purtroppo però le campagne educative non sembrano funzionare.
Ad esempio, il Behavioral Insights Team (BIT) ha condotto una serie di prove online con 3.500 adulti nel Regno Unito per testare l'impatto di vari poster sul comportamento del lavaggio delle mani. I poster sembravano avere effetti più forti sulle persone che si stavano già lavando le mani più frequentemente, molto meno sulle altre.
Un tema specifico che si è visto studiando il comportamento delle persone nell’epoca del COVID-19 è che l'attenzione viene attratta da qualcos'altro: le mascherine per il viso. In molti paesi, le mascherine per il viso in pubblico sono rare. Pertanto, le persone in questi luoghi hanno maggiori probabilità di notare quando gli altri le indossano, essendo appunto una cosa nuova! Ciò può creare la percezione che indossare una mascherina sia la priorità per prevenire l'infezione.
Certo, è improbabile che sia solo un problema di consapevolezza. Dobbiamo anche considerare la disponibilità. In alcuni casi, ci sono barriere pratiche al lavaggio delle mani: acqua, sapone e materiali di asciugatura non sono sempre disponibili. Le persone cioè potrebbero essere consapevoli di ciò che dovrebbero fare, ma non essere in grado di farlo. Una soluzione ovvia è aumentare la fornitura di distributori di disinfettante per le mani a base di alcol in luoghi in cui il lavaggio delle mani è impossibile.
Tuttavia, la scienza comportamentale mostra che non tutta la "disponibilità" è uguale: anche piccoli aumenti dello sforzo richiesto possono far sì che un disinfettante per le mani rimanga inutilizzato.
Le persone potrebbero non lavarsi le mani anche se sono consapevoli dei benefici e l'opzione è disponibile. Possono essere occupati, stanchi o semplicemente doverlo fare troppo spesso.
Ecco che allora la tattica più efficace e sostenibile potrebbe essere ancora una volta rendere il lavaggio delle mani un comportamento abituale. Le abitudini sono azioni che facciamo senza una decisione consapevole, a fronte di una situazione particolare o di un segnale. Un sondaggio su 12.000 famiglie ha scoperto che lavarsi le mani con il sapone era più probabile quando il lavaggio delle mani era un comportamento "automatico". Il consiglio che veniva dato era di cantare due volte "Happy Birthday" mentre ci si lava le mani per raggiungere i 20 secondi necessari per rimuovere i virus.
La scienza comportamentale ci invita a ridurre le barriere fisiche e mentali che le persone affrontano, piuttosto che invitarle a fare la cosa giusta. Cerchiamo di focalizzarci sul lavaggio delle mani, ottimizziamo l'ambiente per rendere l’azione più semplice e creiamo nuove abitudini collegando il lavaggio ai comportamenti già esistenti. Trarremo sicuramente vantaggio da una delle misure più efficaci per prevenire la diffusione dei virus.
Marco Bertan